venerdì 30 agosto 2013

Cosa da Marco

Lo so, è da un pò che non mi faccio vivo. Sinceramente in questo periodo ho avuto parecchio da fare.
Sono tornato per scrivere poche righe, sta succedendo tutto così in fretta che quasi mi confondo:
Marco ogni giorno torna a casa con qualcosa di nuovo. E' snervante, credetemi!
Me ne devo stare lì a fare i sorrisetti e a nascondere il fatto che lo invidio. Lui lavora e può permettersi quello che desidera. Certo, al momento non guadagna un granchè, ma avere qualche soldo in più in tasca si sa che fa comodo.
Un giorno è tornato a casa con una teca con dentro un iguana.
-Ti sei impazzito?- gli dissi -Qui dentro non entreranno animali selvatici di alcun tipo!-
-Hai ragione, tu già basti e avanzi!- mi ha risposto.
Fortunatamente si è convitno a riportarlo in negozio quando quell'animale lo aveva morso perchè per sbaglio gli si era seduto sopra.
-Stupido animale! Mi ha morso il sedere!- disse.
-Potevi starci attento invece di sedertici sopra!-
-Non l'ho visto, si era mimetizzato con il letto.-

Ad ogni modo, io sono sempre disoccupato. Ho cercato altri lavoretti, ma  nulla da fare. Inizio a pensare che abbia qualcosa che non va e la gente mi rifiuta per questo... boh. Forse parlo troppo? O forse perchè non ho esperienza lavorativa?
Ma mi domando a questo punto, se non inizio ad entrare nel mondo del lavoro, come può mai maturare la mia esperieza? Chi avrebbe dovuto darmi questa esperienza? Forse i giochi di ruolo? Devo andare in giro a risolvere quest?
Oppure le aziende, o i privati, dovrebbero poter essere incentivati da enti superiori ad assumere con più facilità, e meno costi, gli inesperti? Insomma da qualche parte uno deve pur cominciare, no?

martedì 13 agosto 2013

Diamoci un taglio

Passano i giorni, Marco mantiene il suo lavoro al supermercato come magazziniere, e io come di consueto, me ne sto sul mio divano con i piedi sul baule (sempre senza farmi vedere da Marco) a scrivere quella che credo sia una nuova idea. Mi balenava da un pò in testa il desiderio di scrivere qualcosa che parlasse di me, o meglio della quotidianeità dei ragazzi dei nostri giorni. Un pò come me, Marco, Ciccio. Ragazzi che hanno dei sogni e delle ambizioni da portare avanti e realizzare in un futuro prossimo. Certo, non ho ancora capito quali possano essere le ambizioni di uno come Ciccio, ma sono sicuro che conoscendolo di più lo scoprirò.
Nel frattempo le cose vanno avanti, siamo in estate ormai e Marco ha comprato un bel paio di occhiali da sole nuovi. E' bello poter usufruire di uno stipendio.
Ciccio invece è venuto a casa con uno strano taglio di capelli. Non ci ha voluto spiegare come si fosse ridotto in quel modo ma a guardarlo bene non potevamo fare altro che prenderlo in giro e scambiarlo per una carota.
-Cì, ma che hai fatto ai capelli?- gli domandai?
-Niente, lascia stare!-
-Ma sei andato dal barbiere o li hai fatti da solo-
-Entrambe le cose!- rispose
-Come caspita è possibile?- domandai, anche Marco era presente e curioso di ascoltare.
-Sono entrato dal barbiere, appena tocca a me e comincia a rasarmeli riceve una telefonata e inizia ad urlare, si agita e se ne va lasciandomi lì. Mi è toccato prendere il rasoio e farmeli da solo.
-Ma non potevi aspettare che tornasse?-
-Ma stai scherzando? Avrei dovuto pagarlo!-

il solito scroccone...

Intanto, Ciccio, si ambientava sempre di più e questo mi faceva piacere. Come Marco, lui lavorava e entrambi avevano le giornate piene. Io invece me ne stavo quasi sempre solo in casa, la cosa però era snervante. Dovevo fare qualcosa al più presto!

domenica 4 agosto 2013

Amici per cosa?

Scrivo questo  intervento per concludervi la storia di cui avevo iniziato a parlare qualche giorno fa, ricordate? Quella dei colloqui? Beh, non è andata come speravo, almeno per me.
Nonostante abbia deciso di togliermi quel vestito da morto di dosso non ho avuto il successo che speravo. Dopo aver fatto un'altra serie di colloqui ed aver ricevuto una nuova lunga serie di NO secchi, decisi di lasciar perdere, almeno per il momento.
Capitò di nuovo, mentre tornavo a casa, di sentirmi osservato. Mi accorsi che Ciccio, quello che avevo scambiato per barbone il giorno prima, mi stava pedinando.
All'inizio feci finta di niente, ma poi decisi di di affrontarlo.
-Ma si può sapere perchè mi stai inseguendo?- gli domandai.
Lui rimase sorpreso:
-Ma veramente stavo facendo la tua stessa strada, non volevo inseguirti, anzi nemmeno mi ero accorto che fossi tu.- si giustificò.
-Non ci credo. Tu mi stavi osservando. Cosa vuoi da me?-
-Ma niente! Te l'ho detto, stavo solo facendo il tuo stesso percorso. Se ti infastidisce me ne vado, ma la strada è di tutti!-
-Vuoi venire a casa nostra?-
-No, non voglio!-
-Non devi fare complimenti guarda!-
-Ma se ti sto dicendo che non voglio! Ho i miei impegni io.-
-Si certo, dai andiamo!-
-Ma perchè?-
-Perchè ieri Marco ti ha offerto la mia birra, e tu oggi verrai a fregarti le sue patatine, sono stato chiaro?-
-Ok, ok! Allora passo qualche minuto. Ma che non diventi un abitudine, anzi, non mi piacete affatto tu e quello lì, siete strani. Più sto lontano da voi meglio è.
-Tranquillo, te lo chiest
o solo oggi, poi non ci vedremo mai più.-

Stronzate

Si ambientò subito. Anche se si tratta di un esemplare unico al mondo, Ciccio è simpatico e ci voleva in quella casa un pò di aria nuova. Qualcuno che portasse un'ondata di novità.
Ma potete immaginare le nostre facce quando scoprimmo che lui fa l'agente immobiliare. Lui ha un lavoro fisso a differenza mia.
Tornati a casa invece Marco ci raccontò di aver trovato lavoro in un supermercato. Non era un granchè come impiego al momento, ma avrebbe potuto fare carriera, mettere da parte qualche soldo e lavorare al meglio al videogioco che voleva produrre.
Buon per lui!

A me, rimane il mio pc, le mie dita, e la mia voglia di raccontare. Speriamo che prima o poi, qualcuno ci dia un'occhiata!

venerdì 2 agosto 2013

Colloqui!

Fare dei colloqui di lavoro è qualcosa di veramente snervante.
Tutti ne abbiamo fatto qualcuno credo. I miei sono stati molto strani, certo, non strani come quelli dei film hard ovviamente.
Ricordo che una volta vidi un annuncio su un giornale dove un tizio cercava una persona da inserire nel mondo del lavoro come ricercatore professionale, o una cosa del genere. In pratica volevano assumere qualcuno che sapesse assumere altra gente. Ma che razza di lavoro è? Cioè questi qua erano un'azienda di ricerca di figure professionali da collocare all'interno di un ambito lavorativo più vasto affinchè bla bla bla....
Ma poi mi domando e dico, siamo già abbastanza presi in giro dalle istituzioni, che senso ha creare posti di lavoro così assurdi e fasulli?
Una volta, invece, feci un colloquio da un tizio che cercava apprendisti fisioterapisti senza qualifica....
NON PUOI FARE IL FISIOTERAPISTA SE NON HAI UNA QUALIFICA!!! come fai a fare dei colloqui del genere? voi vi domanderete, e tu che caspita ci sei andato a fare se già lo sapevi?? beh, dicevano che avrebbero fatto una dimostrazione gratuita, ma alla fine volevano vendermi un cavolo di plantare!
 C'è bisogno di lavorare, c'è bisogno di crescere e maturare con le proprie esperienze. Anche noi giovani di questi anni abbiamo bisogno di speraze, di scavare la terra ed erigere il primo pilastro sul quale costruire un pò di futuro, famiglia, casa, soddisfazione.

Ultimamente io è il mio amico Marco, abbiamo deciso di fare dei colloqui per trovarci un lavoro. Se vogliamo realizzare le nostre ambizioni, necessitiamo per prima cosa di disponibilità monetaria. Così ci siamo messi in cerca di un lavoro. Ci ha aiutati un mio zio che ha delle conoscenze e ci ha fissato degli appuntamenti. Ci siamo messi in tiro e ci siamo dati da fare. Il risultato? NO, NO, NO e NO! Cavolo! Secondo me è stata colpa del mio vestito! Sembravo un insaccato! roba di 40 chili fa!
E per la serie "le disgrazie non vengono mai sole" abbiamo, o meglio, ho conosciuto Ciccio. Giuro di averlo scambiato per barbone! Impressionante!
Si è avvicinato a me con occhi cupi e languidi. Credevo volesse derubarmi, magari vedendomi vestito elegante avevo attirato la sua attenzione e mi aveva scambiato per un riccone. Ma quando fu vicino mi domandò se avessi una sigaretta, ma dato che non fumo gli risposi di no. Siccome so quanto possa essere duro un rifiuto per un barbone decisi allora che avrei rimediato portandolo a casa.
Gli dissi:
   -Mi spiace, non fumo!
e lui rispose: -Non ho chiesto se fumassi, ma se ne avevi una!-
   -No, mi spiace, ma se vuoi posso offrirti qualcosa da mangiare. Il mio amico ha delle patatine a casa nostra, non facciamo molto la spesa, ma è qualcosa!-
   -Di che marca?-
   -Non lo so, patatine!-
   -Ma patatine marca patatine? o patatine nel senso che non lo sai?-
   -Ma le vuoi o no?-
   -Ok, ok! Andiamo.
Così accolsi quel tizio strano e lo portai all'appartamento.
Preferisco sorvolare sui dettagli dell'incontro tra lui e Marco.
Solo dopo un pò scoprimmo che non si trattava affatto di un barbone... anzi!
Comunque, al momento il mio racconto termina qui. Mi farò vivo presto! ;)